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La sindrome fibromialgica • VULVODINIA.INFO
Mar 26 Ott 2010, 22:48
La sindrome fibromialgica
La sindrome fibromialgica è una forma comune di dolore muscoloscheletrico diffuso e di affaticamento (astenia) che colpisce approssimativamente 1.5 – 2 milioni di Italiani. Il termine fibromialgia significa dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (i legamenti e i tendini). Questa condizione viene definita “sindrome” poiché esistono segni e sintomi clinici che sono contemporaneamente presenti (un segno è ciò che il medico trova nella visita; un sintomo è ciò che il malato riferisce al dottore). La fibromialgia spesso confonde poiché alcuni dei suoi sintomi possono essere riscontrati in altre condizioni cliniche.
Il termine fibrosite era una volta utilizzato per descrivere questa condizione. Il suffisso -ite significa infiammazione- un processo che può determinare dolore, calore, tumefazione e rigidità. I ricercatori hanno evidenziato che l’infiammazione non è una parte significativa di questa sindrome. Il nome fibromialgia o sindrome fibromialgica è pertanto più accurato, ed ha ampiamente rimpiazzato i vecchi termini utilizzati.
La fibromialgia interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa. Sebbene possa assomigliare ad una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle strutture articolari. La fibromialgia è in effetti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli. La sindrome fibromialgica manca di alterazioni di laboratorio. Infatti, la diagnosi dipende principalmente dai sintomi che il paziente riferisce. Alcune persone possono considerare questi sintomi come immaginari o non importanti.
Negli ultimi 10 anni, tuttavia, la fibromialgia è stata meglio definita attraverso studi che hanno stabilito le linee guida per la diagnosi. Questi studi hanno dimostrato che certi sintomi, come il dolore muscoloscheletrico diffuso, e la presenza di specifiche aree algogene alla digitopressione (tender points) sono presenti nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica e non comunemente nelle persone sane o in pazienti affetti da altre patologie reumatiche dolorose.
Il dolore è il sintomo predominante della fibromialgia. Generalmente, si manifesta in tutto il corpo, sebbene possa iniziare in una sede localizzata, come il rachide cervicale e le spalle, e successivamente diffondersi in altre sedi col passar del tempo. Il dolore fibromialgico viene descritto in una varietà di modi comprendenti la sensazione di bruciore, rigidità, contrattura, tensione ecc. Spesso varia in relazione ai momenti della giornata, ai livelli di attività, alle condizioni atmosferiche, ai ritmi del sonno e allo stress. La maggioranza dei pazienti fibromialgici riferisce di sentire costantemente un certo grado di dolore. Il dolore è avvertito principalmente ai muscoli e sono presenti sintomi di malessere generale. Per alcune persone con fibromialgia, il dolore può essere molto intenso.
Sebbene l’esame obiettivo (visita) sia solitamente nella norma, e le persone possano apparire sane, un attento esame dei loro muscoli rivela la presenza di aree dolenti in sedi specifiche. La presenza e la tipologia di queste caratteristiche aree algogene (tender points) con i sintomi del dolore diffuso separa i fibromialgici da altre condizioni cliniche. Non tutti i medici sono a conoscenza di tale sindrome, ma la maggior parte dei reumatologi (specialisti in malattie dell’apparato osteoarticolare) sa come eseguire la valutazione dei tender points per arrivare ad una diagnosi di fibromialgia. I tender points sono quasi sempre presenti su entrambi i lati del corpo. Sebbene i tender points definiti dai criteri classificativi e diagnostici dell’American College of Rheumatology nel 1990 siano stati utilizzati per la diagnosi, molti altri muscoli o aree inserzionali possono essere dolenti. I tender points possono essere latenti normalmente ed il dolore evocabile solo alla digitopressione.
Circa il 90% dei pazienti affetti da sindrome fibromialgica riferisce astenia (affaticamento) moderata o severa, ridotta resistenza alla fatica o una specie di stanchezza che ricorda quella normalmente riferita in corso di influenza o in mancanza di sonno. Qualche volta la stanchezza è più importante della sintomatologia dolorosa muscoloscheletrica. I pazienti con fibromialgia possono avere una stanchezza simile a quella riscontrata in un’altra patologia correlata denominata sindrome da affaticamento cronico (CFS). Alcuni pazienti con fibromialgia hanno sintomi da sindrome da affaticamento cronico e viceversa. Le due sindromi spesso si sovrappongono e può essere impossibile distinguerle. La maggior parte dei pazienti affetti da sindrome fibromialgica riferisce disturbi del sonno; solitamente il paziente al risveglio si sente ancora affaticato come se non avesse dormito affatto. Sebbene il paziente fibromialgico possa addormentarsi senza grandi difficoltà, la fase profonda del sonno è spesso disturbata. Il sonno può essere leggero con continui risvegli notturni. Alcune volte si associano disturbi del sonno quali la sleep apnea o la “sindrome delle gambe senza riposo”. La ricerca ha evidenziato che l’interruzione della fase profonda del sonno può alterare importanti funzioni del corpo e la percezione del dolore. Può pertanto essere necessario assumere farmaci che migliorino la qualità del sonno.
I cambiamenti del tono dell’umore o del pensiero sono comuni nella fibromialgia. Molti individui si sentono giù sebbene solo il 25% dei pazienti siano dei reali depressi o possano riferire disturbi d’ansia. Si ritiene che esista un collegamento tra fibromialgia e alcune forme di ansia e depressione. È importante ricordare che persone affette da patologie dolorose croniche, non solo di natura fibromialgica, possono sentirsi depresse a causa dei loro sintomi difficili da gestire. I pazienti affetti da fibromialgia possono riportare difficoltà a concentrarsi oppure ad eseguire semplici elaborazioni mentali. Non esiste alcuna evidenza che questi problemi possano divenire più seri con il passar del tempo. Simili riscontri clinici sono stati notati in molte persone con alterazioni del tono dell’umore, disturbi del sonno o altre patologie croniche. I pazienti fibromialgici possono riferire parestesie, bruciori che suggeriscono altri disordini come la sindrome del tunnel carpale, una neuropatia o la sclerosi multipla. Infatti, i pazienti affetti da sindrome fibromialgica spesso si sottopongono a numerosi tests per questi sintomi, i cui risultati rientrano invece nella norma.
La cefalea, specialmente di tipo muscolotensivo, o l’emicrania sono comuni nel paziente fibromialgico. Dolori addominali, alternanza di stipsi e diarrea (colon irritabile) sono inoltre frequenti. Allo stesso modo, il paziente può riferire la presenza di “spasmi vescicali” che lo costringono a urinare spesso. Nella tabella sottostante sono riportati i sintomi che il paziente fibromialgico può riferire.
Sintomi caratteristici presenti nella maggior parte dei pazienti:
• disturbi del sonno (sonno notturno poco profondo e non ristoratore)
• cefalea muscolotensiva o emicranica
• sensazione di stanchezza (astenia)
• rigidità mattutina (specie al collo e alle spalle)
• colon irritabile (stipsi e/o diarrea)
• parestesie (costituite da formicolii e sensazioni simili a punture)
• bruciore a urinare
• sensazione di gonfiore alle mani
• dolori al torace
• perdita di memoria
• difficoltà di concentrazione
• disturbi della sfera affettiva (ansia e/o depressione)
La diagnosi di sindrome fibromialgica è basata sulla presenza di dolore diffuso in combinazione con la presenza di tender points evocabili alla digitopressione. Non vi è alcun esame di laboratorio o radiologico che possa diagnosticare la fibromialgia. Questi test possono essere utili per escludere la presenza di altre patologie, come l’ipotiroidismo che può causare segni e sintomi simili alla fibromialgia. Una attenta anamnesi e un esame obiettivo accurato possono escludere altre condizioni cliniche di dolore cronico e di astenia. Poiché i sintomi di fibromialgia sono così generici e spesso sono simili a quelli di altre malattie, molti pazienti vanno incontro a complicate e a volte ripetitive valutazioni prima che venga diagnosticata tale patologia. Non tutti i medici conoscono la fibromialgia ed è pertanto importante vedere un reumatologo o altri medici che siano in grado di effettuare una corretta diagnosi ed un trattamento specifico.
La causa di questa sindrome al momento rimane ignota. Molti differenti fattori possono scatenare una sindrome fibromialgica. Per esempio eventi stressanti come una malattia, un lutto familiare, un trauma fisico o psichico possono portare a dolore generalizzato, affaticamento e alterazioni del sonno tipici della fibromialgia. È però improbabile che la sindrome fibromialgica sia provocata da una singola causa; infatti molti pazienti non sono in grado di identificare alcun singolo evento che abbia determinato l’insorgenza dei sintomi. Molti studi hanno valutato alterazioni di mediatori chimici quali i neurotrasmettitori a livello centrale o di sostanze ormonali; altri autori hanno osservato significative alterazioni nella qualità del sonno e/o una particolare vulnerabilità dei muscoli a microtraumi ripetuti. In effetti, la sindrome fibromialgica sembra dipendere da una ridotta soglia di sopportazione del dolore dovuta ad una alterazione delle modalità di percezione a livello del sistema nervoso centrale, degli input somatoestesici (alterazione della soglia nocicettiva).
Quali sono i fattori esterni che possono peggiorare i sintomi?
• stress (eventi stressanti – traumi – lutti) Il termine fibrosite era una volta utilizzato per descrivere questa condizione. Il suffisso -ite significa infiammazione- un processo che può determinare dolore, calore, tumefazione e rigidità. I ricercatori hanno evidenziato che l’infiammazione non è una parte significativa di questa sindrome. Il nome fibromialgia o sindrome fibromialgica è pertanto più accurato, ed ha ampiamente rimpiazzato i vecchi termini utilizzati.
La fibromialgia interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa. Sebbene possa assomigliare ad una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle strutture articolari. La fibromialgia è in effetti una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli. La sindrome fibromialgica manca di alterazioni di laboratorio. Infatti, la diagnosi dipende principalmente dai sintomi che il paziente riferisce. Alcune persone possono considerare questi sintomi come immaginari o non importanti.
Negli ultimi 10 anni, tuttavia, la fibromialgia è stata meglio definita attraverso studi che hanno stabilito le linee guida per la diagnosi. Questi studi hanno dimostrato che certi sintomi, come il dolore muscoloscheletrico diffuso, e la presenza di specifiche aree algogene alla digitopressione (tender points) sono presenti nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica e non comunemente nelle persone sane o in pazienti affetti da altre patologie reumatiche dolorose.
Il dolore è il sintomo predominante della fibromialgia. Generalmente, si manifesta in tutto il corpo, sebbene possa iniziare in una sede localizzata, come il rachide cervicale e le spalle, e successivamente diffondersi in altre sedi col passar del tempo. Il dolore fibromialgico viene descritto in una varietà di modi comprendenti la sensazione di bruciore, rigidità, contrattura, tensione ecc. Spesso varia in relazione ai momenti della giornata, ai livelli di attività, alle condizioni atmosferiche, ai ritmi del sonno e allo stress. La maggioranza dei pazienti fibromialgici riferisce di sentire costantemente un certo grado di dolore. Il dolore è avvertito principalmente ai muscoli e sono presenti sintomi di malessere generale. Per alcune persone con fibromialgia, il dolore può essere molto intenso.
Sebbene l’esame obiettivo (visita) sia solitamente nella norma, e le persone possano apparire sane, un attento esame dei loro muscoli rivela la presenza di aree dolenti in sedi specifiche. La presenza e la tipologia di queste caratteristiche aree algogene (tender points) con i sintomi del dolore diffuso separa i fibromialgici da altre condizioni cliniche. Non tutti i medici sono a conoscenza di tale sindrome, ma la maggior parte dei reumatologi (specialisti in malattie dell’apparato osteoarticolare) sa come eseguire la valutazione dei tender points per arrivare ad una diagnosi di fibromialgia. I tender points sono quasi sempre presenti su entrambi i lati del corpo. Sebbene i tender points definiti dai criteri classificativi e diagnostici dell’American College of Rheumatology nel 1990 siano stati utilizzati per la diagnosi, molti altri muscoli o aree inserzionali possono essere dolenti. I tender points possono essere latenti normalmente ed il dolore evocabile solo alla digitopressione.
Circa il 90% dei pazienti affetti da sindrome fibromialgica riferisce astenia (affaticamento) moderata o severa, ridotta resistenza alla fatica o una specie di stanchezza che ricorda quella normalmente riferita in corso di influenza o in mancanza di sonno. Qualche volta la stanchezza è più importante della sintomatologia dolorosa muscoloscheletrica. I pazienti con fibromialgia possono avere una stanchezza simile a quella riscontrata in un’altra patologia correlata denominata sindrome da affaticamento cronico (CFS). Alcuni pazienti con fibromialgia hanno sintomi da sindrome da affaticamento cronico e viceversa. Le due sindromi spesso si sovrappongono e può essere impossibile distinguerle. La maggior parte dei pazienti affetti da sindrome fibromialgica riferisce disturbi del sonno; solitamente il paziente al risveglio si sente ancora affaticato come se non avesse dormito affatto. Sebbene il paziente fibromialgico possa addormentarsi senza grandi difficoltà, la fase profonda del sonno è spesso disturbata. Il sonno può essere leggero con continui risvegli notturni. Alcune volte si associano disturbi del sonno quali la sleep apnea o la “sindrome delle gambe senza riposo”. La ricerca ha evidenziato che l’interruzione della fase profonda del sonno può alterare importanti funzioni del corpo e la percezione del dolore. Può pertanto essere necessario assumere farmaci che migliorino la qualità del sonno.
I cambiamenti del tono dell’umore o del pensiero sono comuni nella fibromialgia. Molti individui si sentono giù sebbene solo il 25% dei pazienti siano dei reali depressi o possano riferire disturbi d’ansia. Si ritiene che esista un collegamento tra fibromialgia e alcune forme di ansia e depressione. È importante ricordare che persone affette da patologie dolorose croniche, non solo di natura fibromialgica, possono sentirsi depresse a causa dei loro sintomi difficili da gestire. I pazienti affetti da fibromialgia possono riportare difficoltà a concentrarsi oppure ad eseguire semplici elaborazioni mentali. Non esiste alcuna evidenza che questi problemi possano divenire più seri con il passar del tempo. Simili riscontri clinici sono stati notati in molte persone con alterazioni del tono dell’umore, disturbi del sonno o altre patologie croniche. I pazienti fibromialgici possono riferire parestesie, bruciori che suggeriscono altri disordini come la sindrome del tunnel carpale, una neuropatia o la sclerosi multipla. Infatti, i pazienti affetti da sindrome fibromialgica spesso si sottopongono a numerosi tests per questi sintomi, i cui risultati rientrano invece nella norma.
La cefalea, specialmente di tipo muscolotensivo, o l’emicrania sono comuni nel paziente fibromialgico. Dolori addominali, alternanza di stipsi e diarrea (colon irritabile) sono inoltre frequenti. Allo stesso modo, il paziente può riferire la presenza di “spasmi vescicali” che lo costringono a urinare spesso. Nella tabella sottostante sono riportati i sintomi che il paziente fibromialgico può riferire.
Sintomi caratteristici presenti nella maggior parte dei pazienti:
• disturbi del sonno (sonno notturno poco profondo e non ristoratore)
• cefalea muscolotensiva o emicranica
• sensazione di stanchezza (astenia)
• rigidità mattutina (specie al collo e alle spalle)
• colon irritabile (stipsi e/o diarrea)
• parestesie (costituite da formicolii e sensazioni simili a punture)
• bruciore a urinare
• sensazione di gonfiore alle mani
• dolori al torace
• perdita di memoria
• difficoltà di concentrazione
• disturbi della sfera affettiva (ansia e/o depressione)
La diagnosi di sindrome fibromialgica è basata sulla presenza di dolore diffuso in combinazione con la presenza di tender points evocabili alla digitopressione. Non vi è alcun esame di laboratorio o radiologico che possa diagnosticare la fibromialgia. Questi test possono essere utili per escludere la presenza di altre patologie, come l’ipotiroidismo che può causare segni e sintomi simili alla fibromialgia. Una attenta anamnesi e un esame obiettivo accurato possono escludere altre condizioni cliniche di dolore cronico e di astenia. Poiché i sintomi di fibromialgia sono così generici e spesso sono simili a quelli di altre malattie, molti pazienti vanno incontro a complicate e a volte ripetitive valutazioni prima che venga diagnosticata tale patologia. Non tutti i medici conoscono la fibromialgia ed è pertanto importante vedere un reumatologo o altri medici che siano in grado di effettuare una corretta diagnosi ed un trattamento specifico.
La causa di questa sindrome al momento rimane ignota. Molti differenti fattori possono scatenare una sindrome fibromialgica. Per esempio eventi stressanti come una malattia, un lutto familiare, un trauma fisico o psichico possono portare a dolore generalizzato, affaticamento e alterazioni del sonno tipici della fibromialgia. È però improbabile che la sindrome fibromialgica sia provocata da una singola causa; infatti molti pazienti non sono in grado di identificare alcun singolo evento che abbia determinato l’insorgenza dei sintomi. Molti studi hanno valutato alterazioni di mediatori chimici quali i neurotrasmettitori a livello centrale o di sostanze ormonali; altri autori hanno osservato significative alterazioni nella qualità del sonno e/o una particolare vulnerabilità dei muscoli a microtraumi ripetuti. In effetti, la sindrome fibromialgica sembra dipendere da una ridotta soglia di sopportazione del dolore dovuta ad una alterazione delle modalità di percezione a livello del sistema nervoso centrale, degli input somatoestesici (alterazione della soglia nocicettiva).
Quali sono i fattori esterni che possono peggiorare i sintomi?
• affaticamento (per lavoro)
• carenza di sonno
• rumore
• freddo
• umidità
• cambiamenti meteorologici
• periodo pre-mestruale
Le opzioni terapeutiche per la fibromialgia comprendono:
• farmaci che diminuiscono il dolore e migliorano la qualità del sonno
• programmi di esercizi di stiramento (stretching) muscolare e/o che migliorino il fitness cardiovascolare
• tecniche di rilassamento ed altre metodiche per ridurre la tensione muscolare
• programmi educativi per aiutare il paziente
Approccio terapeutico multimodale del paziente fibromialgico
• Educazione del paziente
• Descrizione delle caratteristiche della malattia
• Descrizione del programma terapeutico
• Modificazioni delle abitudini di vita che potrebbero determinare e/o perpetuare la sintomatologia fibromialgica
• Programmazione di un’attività fisica moderata ma continuativa
• Supporto psicologico e/o psichiatrico, se necessario
• Terapia farmacologica e/o riabilitativa di sviluppo
Farmaci
I farmaci anti-infiammatori utilizzati per trattare molte patologie reumatiche non mostrano importanti effetti nella fibromialgia.
Tuttavia, basse dosi di aspirina, l’ibuprofene e il paracetamolo possono dare qualche sollievo al dolore. Il tramadolo, un farmaco analgesico centrale, può ridurre la sintomatologia dolorosa del paziente fibromialgico. I cortisonici sono inefficaci e dovrebbero essere evitati per i loro potenziali effetti collaterali. I farmaci che facilitano il sonno profondo e il rilassamento muscolare aiutano molti pazienti affetti da fibromialgia a riposare meglio. Questi farmaci comprendono gli antidepressivi triciclici (amitriptilina) e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) (paroxetina, fluoxetina) ed altri farmaci ad azione prevalentemente miorilassante ma simili strutturalmente agli antidepressivi (ciclobenzaprina). Sebbene questi farmaci abbiano come principale indicazione la depressione, essi vengono abitualmente prescritti ai pazienti affetti da fibromialgia a bassi dosaggi, di solito prima di andare a letto. Nei pazienti fibromialgici, questi farmaci sono principalmente utilizzati per lenire il dolore, rilassare i muscoli e migliorare la qualità del sonno piuttosto che per il loro effetto antidepressivo. Sebbene molti pazienti dormano meglio e abbiano meno fastidi quando assumono questi farmaci, il miglioramento varia molto da persona a persona. In aggiunta, i farmaci hanno effetti collaterali come sonnolenza diurna, costipazione, bocca asciutta e aumento dell’appetito. Gli effetti collaterali sono raramente severi, ma possono essere disturbanti. È quindi consigliabile limitarne l’uso.
Esercizio e terapie fisiche
Due tra i principali obiettivi del trattamento della fibromialgia sono le tecniche di stiramento muscolare e di allenamento dei muscoli dolenti e l’incremento graduale del fitness cardiovascolare (aerobico). Molte persone possono prendere parte ad un programma di esercizi che determina un senso di benessere, un aumento della resistenza muscolare e una diminuzione del dolore. L’esercizio aerobico si è dimostrato efficace per i pazienti affetti da fibromialgia. Il paziente può essere riluttante ad esercitarsi se ha già dolore e se si sente stanco. Attività aerobica a basso o nullo impatto, come camminare, andare in bicicletta, nuotare o fare esercizi in acqua sono generalmente il modo migliore di iniziare un programma di esercizi. Occorre allenarsi regolarmente, ad esempio a giorni alterni, aumentando gradualmente l’attività fisica per raggiungere un migliore livello di forma fisica. Importante à stirare gentilmente i propri muscoli e muovere le articolazioni attraverso un’adeguata mobilizzazione articolare giornalmente e prima e dopo gli esercizi aerobici. È utile inoltre consultare un terapista della riabilitazione che aiuti a stabilire uno specifico programma di esercizi per migliorare la postura, la flessibilità e la forma fisica.
Terapie alternative
Anche le terapie cosiddette non convenzionali quali gli integratori dietetici o i trattamenti non farmacologici quali il biofeed-back, l’agopuntura, la ginnastica dolce e lo yoga possono avere effetti positivi sui sintomi del paziente fibromialgico.
Spesso i pazienti affetti da fibromialgia si sottopongono a molti test e vengono visitati da molti specialisti mentre sono alla ricerca di una risposta sulla causa della loro malattia. Questo porta a paura e frustrazione, che può aumentare la percezione del dolore. Ai pazienti fibromialgici viene spesso detto che, poiché obiettivamente non hanno nulla e gli esami di laboratorio risultano nella norma, non hanno una reale malattia. I familiari, gli amici e spesso il medico di famiglia possono dubitare dell’esistenza di tali disturbi, aumentando l’isolamento, i sensi di colpa e la rabbia nei pazienti fibromialgici. Il paziente con FM e la sua famiglia e i medici devono sapere che la FM è una causa reale di dolore cronico e di stanchezza e deve essere affrontata come qualunque altra patologia cronica. Fortunatamente, la fibromialgia non è una malattia mortale e non causa deformità. Sebbene i sintomi possano variare di intensità, la condizione clinica generale raramente peggiora col trascorrere del tempo. Spesso il solo fatto di sapere che la fibromialgia non è una malattia progressiva e invalidante permette ai pazienti di non continuare a sottoporsi ad esami costosi e inutili e a sviluppare una attitudine positiva nei confronti della malattia. L’educazione e pertanto la conoscenza della malattia giocano un ruolo importante nella strategia terapeutica. Più il paziente è informato sulla fibromialgia e più cerca di adattarsi alla malattia stessa, migliore è la prognosi della fibromialgia. I gruppi di supporto, le pubblicazioni, i siti internet sono una fonte di informazione per molti pazienti; spesso il sapere che non si è soli può costituire una fonte di supporto. Alcuni pazienti con fibromialgia possono avere sintomi così severi da renderli incapaci di svolgere una normale attività lavorativa e una vita di relazione. Questi pazienti richiedono una maggiore attenzione ed un approccio multidisciplinare che coinvolga il terapista della riabilitazione e occupazionale, il reumatologo o lo psicologo. Molti pazienti con la fibromialgia migliorano e sono in grado di convivere con la propria malattia in maniera soddisfacente. Tuttavia, una migliore comprensione delle cause della fibromialgia e dei fattori che la possono aggravare o rendere cronica è necessaria così come è auspicabile una migliore terapia farmacologica, oltre alla possibilità di misure preventive. Consigli utili per coloro a cui è stata diagnosticata la fibromialgia
• La “consapevolezza” che questa malattia esiste e la conoscenza dei meccanismi che la inducono può aiutare il paziente ad affrontare lo stato doloroso e gli eventuali cambiamenti dello stile di vita richiesti
• Il supporto psicologico è molto importante; può servire a superare la depressione che, molto spesso, subentra nelle fasi più acute e a migliorare i rapporti sociali
• I familiari o le persone vicine al malato non debbono sottovalutare lo stato di prostrazione sia fisico che psichico del paziente o pensare che coloro che ne soffrono, poiché non è una malattia riscontrabile tramite esami di laboratorio, siano solo degli “ipocondriaci”. La fibromialgia esiste, anche se poco conosciuta; quindi un atteggiamento comprensivo nei loro confronti può essere un’importante forma di aiuto
• Infine, per i pazienti, documentarsi e partecipare insieme ai propri familiari agli eventi o meglio ancora unirsi per formare un’unica voce affinché anche in Italia la fibromialgia possa essere riconosciuta quale malattia sociale (anche se non si muore né tanto meno si rimane su di una sedia a rotelle) può far sì che quanti ne soffrono ritrovino quella fiducia che si perde nella peregrinazione da uno specialista e da un esame ad un altro
www.sindromefibromialgica.it/fibromialgia
Come si accede alle cure termali
Su concessione di FEDERTERME riportiamo senza alcuna modifica il seguente testo:
Come si accede alle cure termali
Ciascun assistito ha diritto ad usufruire, con oneri a carico del Servizio Sanitario Nazionale, di un solo ciclo di cure termali, nell’arco dell’anno, per le patologie che possono trovare beneficio dalle cure medesime. Per fruire delle cure termali è sufficiente farsi rilasciare da parte del proprio “medico di famiglia” la proposta-richiesta da redigersi sul ricettario standardizzato del Servizio Sanitario Nazionale. Per medico di “famiglia” deve intendersi il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta o lo specialista, in una delle branche attinenti alle patologie che possono trovare beneficio dalle cure, che abbia in uso il ricettario standardizzato. La proposta richiesta deve indicare la diagnosi (corrispondente ad una delle patologie che possono trovare beneficio dalle cure termali, individuate dal Ministero della Salute in un apposito elenco allegato al D.M. 15 dicembre 1994 e richiamato dal successivo decreto del 22 marzo 2001) ed il correlato ciclo di cure da praticare. Nei casi in cui il medico delle Terme rilevi nella prescrizione-proposta una rilevante differenza tra la patologia e le cure prescritte, questi può concordare con il medico referente dell’azienda USL di ubicazione territoriale dello stabilimento eventuali rettifiche della prescrizione, senza modificare la diagnosi formulata dal medico di base o dallo specialista. All’atto dell’accoglimento dell’assistito il direttore sanitario delle Terme, o altro medico incaricato, compila la relativa cartella clinica, previa accurata visita medica volta ad accertare eventuali controindicazioni cliniche alle cure e ad individuare qualità, tempi e modalità delle somministrazioni prescritte.
Normativa sui ticket Pazienti non esenti: pagano la quota fissa di euro 50,00 per l’intero ciclo di cura
- I cittadini di età compresa tra i 6 e i 65 anni
Pazienti parzialmente esenti: pagano la quota fissa di Euro 3,10
- I cittadini di età inferiore ai sei anni o sopra i 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a 36.151,98 Euro;
- I titolari di pensione sociale ed i loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a 8.263,31 Euro e fino a 11.362,05 Euro con coniuge + 516,46 Euro per ogni figlio a carico;
- I titolari di pensione al minimo con più di 60 anni ed i loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a 8.263,31 Euro e fino a 11.362,05 Euro con coniuge + 516,46 Euro per ogni figlio a carico;
- I disoccupati ed i loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a 8.263,31 Euro e fino a 11.362,05 Euro con coniuge + 516,46 Euro per ogni figlio a carico;
- Gli invalidi per servizio appartenenti alle categorie dalla 2a alla 5a
- Gli invalidi per servizio appartenenti alle categorie dalla 6a alla 8a, limitatamente alle prestazioni correlate alla patologia invalidante;
- Gli invalidi civili dal 67% al 99%;
- Gli invalidi civili con assegno di accompagnamento;
- Gli invalidi del lavoro dal 67% al 79%
- Gli invalidi del lavoro con invalidità inferiore ai 2/3, limitatamente alle prestazioni correlate alla patologia invalidante;
- Ciechi e sordomuti di cui all’art. 6 e 7 della legge 482/68;
- Invalidi di guerra appartenenti alle categorie dalla 1a alla 5a non titolari di pensione diretta vitalizia;
- Invalidi di guerra appartenenti alle categorie dalla 6a alla 8a non titolari di pensione diretta vitalizia, limitatamente alle prestazioni correlate alla patologia invalidante;
- Portatori di patologie neoplastiche maligne;
- Esenti per patologia solo per le prestazioni correlate alla patologia invalidante;
Pazienti totalmente esenti: non pagano la quota fissa di Euro 3,10
- Gli invalidi di guerra appartenenti alle categorie dalla 1a alla 5a titolari di pensione diretta vitalizia;
- Gli invalidi di guerra appartenenti alle categorie dalla 6a alla 8°, titolari di pensione diretta vitalizia, limitatamente alle prestazioni correlate alla patologia invalidante;
- Gli invalidi per servizio appartenenti alla 1a categoria;
- Gli invalidi civili al 100%;
- Gli invalidi civili con assegno di accompagnamento;
- I grandi invalidi del lavoro con invalidità superiore all’ 80%;
- I ciechi assoluti.
Categorie Protette Le c.d. categorie protette (ex art.57 comma 3 l.n.833/78 e art.13 c.6 D.L. n.463/83, come modificato dalla legge di conversione L.n.638/83) possono fruire, nel corso dell’anno, di un ulteriore ciclo di cure specifico. Vengono fatti rientrare in questa categoria: invalidi per causa di guerra e di servizio, ciechi, sordomuti e invalidi civili con una percentuale superiore ai due terzi, invalidi del lavoro.
Tutti coloro che si sottopongono alle cure sono tenuti a dichiarare, sul retro della prescrizione-proposta, sotto la propria responsabilità che, nell’anno solare in corso, non hanno fruito di altro ciclo di cure specifico, con oneri a carico del Servizio Sanitario Nazionale, oppure di avere diritto ai trattamenti previsti per gli appartenenti alle categorie protette.
Le terme per i lavoratori Le prestazioni termali non possono essere fruite dai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, al di fuori del periodo di ferie o di congedo ordinario. E’ possibile per il personale rientrante nella categorie dei mutilati, invalidi di guerra o per servizio, effettuare le cure prescritte in relazione al proprio stato di invalidità, secondo i limiti previsti dalla normativa vigente e dai rispettivi CCNL, avvalendosi del congedo per cure, rientrante nella disciplina delle assenze per malattia. Nel caso in cui, per la terapia o la riabilitazione relative ad affezioni o stati patologici, il medico dell’ASL o degli enti previdenziali giudichi determinante il ricorso ad un tempestivo trattamento termale e per tale ragione venga sconsigli un differimento del trattamento, il dipendente, fruendo del congedo per malattia, potrà recarsi ad effettuare le prescritte terapie presso le Terme indicate. Quest’indirizzo normativo è stato ribadito anche da recenti pronunce della Corte di Cassazione, che ha sottolineato la necessità da parte del medico prescrittore di un motivato giudizio circa l’indifferibilità del trattamento e la “specifica idoneità terapeutica o riabilitativa delle cure prescritte”.
Le prestazioni INAIL I lavoratori infortunati possono usufruire di cure idrofangotermali, a carico dell’Ente, previa sottoposizione a verifica da parte del medico dell’INAIL.
Le prestazioni garantite sono di natura sanitaria ed economica. Queste ultime consistono nel rimborso delle spese di viaggio di andata e ritorno all’invalido e all’eventuale accompagnatore per l’effettuazione delle cure, soggiorno in albergo convenzionato, anche per l’eventuale accompagnatore, indennità per inabilità temporanea assoluta o integrazione della rendita diretta.
La prestazione è a carico del Servizio Sanitario Nazionale e il lavoratore dovrà essere, quindi, tenuto al pagamento del “ticket” nella misura prevista dalla legge. Hanno diritto alla prestazione: lavoratori infortunati o affetti da malattia professionale durante il periodo di inabilità temporanea assoluta; titolari di rendita per i quali non sia scaduto l’ultimo termine di revisione; malati di silicosi o di asbestosi senza limiti di tempo.
Per ottenere la prestazione bisogna presentare la richiesta alla Sede INAIL di appartenenza. Il medico dell’INAIL stabilisce, per le cure, l’opportunità, la tipologia e la durata tenendo conto dell’elenco tassativo del Ministero della Salute circa le patologie che possono trovare reale beneficio dalle cure termali.
Le prestazioni INPS
Hanno diritto alle prestazioni tutti i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’INPS che abbiano maturato i requisiti contributivi richiesti. Le prestazioni, che l’Ente ha la facoltà di concedere hanno la finalità di evitare, ritardare o rimuovere uno stato di invalidità, e sono limitate alle sole cure per le patologie bronco-asmatiche e reumo-artropatiche. Il costo delle cure è a carico del Servizio Sanitario Nazionale; quello del soggiorno è a carico dell’INPS. L’assicurato è tenuto al pagamento del “ticket” nella misura prevista dalla legge. Le spese per il viaggio di andata e ritorno sono a carico dell’assistito. L’avvio alle cure avviene dopo che l’INPS ha accertato l’esistenza dei requisiti contributivi e sanitari.
Altri enti previdenziali La legge di riordino del settore termale (n.323/00) ha previsto, all’art.5, che il regime termale speciale in vigore per gli assicurati dell’INPS si applica, con le medesime modalità, anche agli iscritti ad enti, casse o fondi preposti alla gestione di forme anche sostitutive di assicurazione obbligatoria per l’invalidità, in possesso dei requisiti previsti dall’INPS per l’ammissione al medesimo regime termale speciale.
www.sindromefibromialgica.it/come-si-accede-alle-cure-termali
I farmaci anti-infiammatori utilizzati per trattare molte patologie reumatiche non mostrano importanti effetti nella fibromialgia.
Tuttavia, basse dosi di aspirina, l’ibuprofene e il paracetamolo possono dare qualche sollievo al dolore. Il tramadolo, un farmaco analgesico centrale, può ridurre la sintomatologia dolorosa del paziente fibromialgico. I cortisonici sono inefficaci e dovrebbero essere evitati per i loro potenziali effetti collaterali. I farmaci che facilitano il sonno profondo e il rilassamento muscolare aiutano molti pazienti affetti da fibromialgia a riposare meglio. Questi farmaci comprendono gli antidepressivi triciclici (amitriptilina) e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) (paroxetina, fluoxetina) ed altri farmaci ad azione prevalentemente miorilassante ma simili strutturalmente agli antidepressivi (ciclobenzaprina). Sebbene questi farmaci abbiano come principale indicazione la depressione, essi vengono abitualmente prescritti ai pazienti affetti da fibromialgia a bassi dosaggi, di solito prima di andare a letto. Nei pazienti fibromialgici, questi farmaci sono principalmente utilizzati per lenire il dolore, rilassare i muscoli e migliorare la qualità del sonno piuttosto che per il loro effetto antidepressivo. Sebbene molti pazienti dormano meglio e abbiano meno fastidi quando assumono questi farmaci, il miglioramento varia molto da persona a persona. In aggiunta, i farmaci hanno effetti collaterali come sonnolenza diurna, costipazione, bocca asciutta e aumento dell’appetito. Gli effetti collaterali sono raramente severi, ma possono essere disturbanti. È quindi consigliabile limitarne l’uso.
Esercizio e terapie fisiche
Due tra i principali obiettivi del trattamento della fibromialgia sono le tecniche di stiramento muscolare e di allenamento dei muscoli dolenti e l’incremento graduale del fitness cardiovascolare (aerobico). Molte persone possono prendere parte ad un programma di esercizi che determina un senso di benessere, un aumento della resistenza muscolare e una diminuzione del dolore. L’esercizio aerobico si è dimostrato efficace per i pazienti affetti da fibromialgia. Il paziente può essere riluttante ad esercitarsi se ha già dolore e se si sente stanco. Attività aerobica a basso o nullo impatto, come camminare, andare in bicicletta, nuotare o fare esercizi in acqua sono generalmente il modo migliore di iniziare un programma di esercizi. Occorre allenarsi regolarmente, ad esempio a giorni alterni, aumentando gradualmente l’attività fisica per raggiungere un migliore livello di forma fisica. Importante à stirare gentilmente i propri muscoli e muovere le articolazioni attraverso un’adeguata mobilizzazione articolare giornalmente e prima e dopo gli esercizi aerobici. È utile inoltre consultare un terapista della riabilitazione che aiuti a stabilire uno specifico programma di esercizi per migliorare la postura, la flessibilità e la forma fisica.
Terapie alternative
Anche le terapie cosiddette non convenzionali quali gli integratori dietetici o i trattamenti non farmacologici quali il biofeed-back, l’agopuntura, la ginnastica dolce e lo yoga possono avere effetti positivi sui sintomi del paziente fibromialgico.
Spesso i pazienti affetti da fibromialgia si sottopongono a molti test e vengono visitati da molti specialisti mentre sono alla ricerca di una risposta sulla causa della loro malattia. Questo porta a paura e frustrazione, che può aumentare la percezione del dolore. Ai pazienti fibromialgici viene spesso detto che, poiché obiettivamente non hanno nulla e gli esami di laboratorio risultano nella norma, non hanno una reale malattia. I familiari, gli amici e spesso il medico di famiglia possono dubitare dell’esistenza di tali disturbi, aumentando l’isolamento, i sensi di colpa e la rabbia nei pazienti fibromialgici. Il paziente con FM e la sua famiglia e i medici devono sapere che la FM è una causa reale di dolore cronico e di stanchezza e deve essere affrontata come qualunque altra patologia cronica. Fortunatamente, la fibromialgia non è una malattia mortale e non causa deformità. Sebbene i sintomi possano variare di intensità, la condizione clinica generale raramente peggiora col trascorrere del tempo. Spesso il solo fatto di sapere che la fibromialgia non è una malattia progressiva e invalidante permette ai pazienti di non continuare a sottoporsi ad esami costosi e inutili e a sviluppare una attitudine positiva nei confronti della malattia. L’educazione e pertanto la conoscenza della malattia giocano un ruolo importante nella strategia terapeutica. Più il paziente è informato sulla fibromialgia e più cerca di adattarsi alla malattia stessa, migliore è la prognosi della fibromialgia. I gruppi di supporto, le pubblicazioni, i siti internet sono una fonte di informazione per molti pazienti; spesso il sapere che non si è soli può costituire una fonte di supporto. Alcuni pazienti con fibromialgia possono avere sintomi così severi da renderli incapaci di svolgere una normale attività lavorativa e una vita di relazione. Questi pazienti richiedono una maggiore attenzione ed un approccio multidisciplinare che coinvolga il terapista della riabilitazione e occupazionale, il reumatologo o lo psicologo. Molti pazienti con la fibromialgia migliorano e sono in grado di convivere con la propria malattia in maniera soddisfacente. Tuttavia, una migliore comprensione delle cause della fibromialgia e dei fattori che la possono aggravare o rendere cronica è necessaria così come è auspicabile una migliore terapia farmacologica, oltre alla possibilità di misure preventive. Consigli utili per coloro a cui è stata diagnosticata la fibromialgia
• La “consapevolezza” che questa malattia esiste e la conoscenza dei meccanismi che la inducono può aiutare il paziente ad affrontare lo stato doloroso e gli eventuali cambiamenti dello stile di vita richiesti
• Il supporto psicologico è molto importante; può servire a superare la depressione che, molto spesso, subentra nelle fasi più acute e a migliorare i rapporti sociali
• I familiari o le persone vicine al malato non debbono sottovalutare lo stato di prostrazione sia fisico che psichico del paziente o pensare che coloro che ne soffrono, poiché non è una malattia riscontrabile tramite esami di laboratorio, siano solo degli “ipocondriaci”. La fibromialgia esiste, anche se poco conosciuta; quindi un atteggiamento comprensivo nei loro confronti può essere un’importante forma di aiuto
• Infine, per i pazienti, documentarsi e partecipare insieme ai propri familiari agli eventi o meglio ancora unirsi per formare un’unica voce affinché anche in Italia la fibromialgia possa essere riconosciuta quale malattia sociale (anche se non si muore né tanto meno si rimane su di una sedia a rotelle) può far sì che quanti ne soffrono ritrovino quella fiducia che si perde nella peregrinazione da uno specialista e da un esame ad un altro
www.sindromefibromialgica.it/fibromialgia
Come si accede alle cure termali
Su concessione di FEDERTERME riportiamo senza alcuna modifica il seguente testo:
Come si accede alle cure termali
Ciascun assistito ha diritto ad usufruire, con oneri a carico del Servizio Sanitario Nazionale, di un solo ciclo di cure termali, nell’arco dell’anno, per le patologie che possono trovare beneficio dalle cure medesime. Per fruire delle cure termali è sufficiente farsi rilasciare da parte del proprio “medico di famiglia” la proposta-richiesta da redigersi sul ricettario standardizzato del Servizio Sanitario Nazionale. Per medico di “famiglia” deve intendersi il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta o lo specialista, in una delle branche attinenti alle patologie che possono trovare beneficio dalle cure, che abbia in uso il ricettario standardizzato. La proposta richiesta deve indicare la diagnosi (corrispondente ad una delle patologie che possono trovare beneficio dalle cure termali, individuate dal Ministero della Salute in un apposito elenco allegato al D.M. 15 dicembre 1994 e richiamato dal successivo decreto del 22 marzo 2001) ed il correlato ciclo di cure da praticare. Nei casi in cui il medico delle Terme rilevi nella prescrizione-proposta una rilevante differenza tra la patologia e le cure prescritte, questi può concordare con il medico referente dell’azienda USL di ubicazione territoriale dello stabilimento eventuali rettifiche della prescrizione, senza modificare la diagnosi formulata dal medico di base o dallo specialista. All’atto dell’accoglimento dell’assistito il direttore sanitario delle Terme, o altro medico incaricato, compila la relativa cartella clinica, previa accurata visita medica volta ad accertare eventuali controindicazioni cliniche alle cure e ad individuare qualità, tempi e modalità delle somministrazioni prescritte.
Normativa sui ticket Pazienti non esenti: pagano la quota fissa di euro 50,00 per l’intero ciclo di cura
- I cittadini di età compresa tra i 6 e i 65 anni
Pazienti parzialmente esenti: pagano la quota fissa di Euro 3,10
- I cittadini di età inferiore ai sei anni o sopra i 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a 36.151,98 Euro;
- I titolari di pensione sociale ed i loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a 8.263,31 Euro e fino a 11.362,05 Euro con coniuge + 516,46 Euro per ogni figlio a carico;
- I titolari di pensione al minimo con più di 60 anni ed i loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a 8.263,31 Euro e fino a 11.362,05 Euro con coniuge + 516,46 Euro per ogni figlio a carico;
- I disoccupati ed i loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo riferito all’anno precedente non superiore a 8.263,31 Euro e fino a 11.362,05 Euro con coniuge + 516,46 Euro per ogni figlio a carico;
- Gli invalidi per servizio appartenenti alle categorie dalla 2a alla 5a
- Gli invalidi per servizio appartenenti alle categorie dalla 6a alla 8a, limitatamente alle prestazioni correlate alla patologia invalidante;
- Gli invalidi civili dal 67% al 99%;
- Gli invalidi civili con assegno di accompagnamento;
- Gli invalidi del lavoro dal 67% al 79%
- Gli invalidi del lavoro con invalidità inferiore ai 2/3, limitatamente alle prestazioni correlate alla patologia invalidante;
- Ciechi e sordomuti di cui all’art. 6 e 7 della legge 482/68;
- Invalidi di guerra appartenenti alle categorie dalla 1a alla 5a non titolari di pensione diretta vitalizia;
- Invalidi di guerra appartenenti alle categorie dalla 6a alla 8a non titolari di pensione diretta vitalizia, limitatamente alle prestazioni correlate alla patologia invalidante;
- Portatori di patologie neoplastiche maligne;
- Esenti per patologia solo per le prestazioni correlate alla patologia invalidante;
Pazienti totalmente esenti: non pagano la quota fissa di Euro 3,10
- Gli invalidi di guerra appartenenti alle categorie dalla 1a alla 5a titolari di pensione diretta vitalizia;
- Gli invalidi di guerra appartenenti alle categorie dalla 6a alla 8°, titolari di pensione diretta vitalizia, limitatamente alle prestazioni correlate alla patologia invalidante;
- Gli invalidi per servizio appartenenti alla 1a categoria;
- Gli invalidi civili al 100%;
- Gli invalidi civili con assegno di accompagnamento;
- I grandi invalidi del lavoro con invalidità superiore all’ 80%;
- I ciechi assoluti.
Categorie Protette Le c.d. categorie protette (ex art.57 comma 3 l.n.833/78 e art.13 c.6 D.L. n.463/83, come modificato dalla legge di conversione L.n.638/83) possono fruire, nel corso dell’anno, di un ulteriore ciclo di cure specifico. Vengono fatti rientrare in questa categoria: invalidi per causa di guerra e di servizio, ciechi, sordomuti e invalidi civili con una percentuale superiore ai due terzi, invalidi del lavoro.
Tutti coloro che si sottopongono alle cure sono tenuti a dichiarare, sul retro della prescrizione-proposta, sotto la propria responsabilità che, nell’anno solare in corso, non hanno fruito di altro ciclo di cure specifico, con oneri a carico del Servizio Sanitario Nazionale, oppure di avere diritto ai trattamenti previsti per gli appartenenti alle categorie protette.
Le terme per i lavoratori Le prestazioni termali non possono essere fruite dai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, al di fuori del periodo di ferie o di congedo ordinario. E’ possibile per il personale rientrante nella categorie dei mutilati, invalidi di guerra o per servizio, effettuare le cure prescritte in relazione al proprio stato di invalidità, secondo i limiti previsti dalla normativa vigente e dai rispettivi CCNL, avvalendosi del congedo per cure, rientrante nella disciplina delle assenze per malattia. Nel caso in cui, per la terapia o la riabilitazione relative ad affezioni o stati patologici, il medico dell’ASL o degli enti previdenziali giudichi determinante il ricorso ad un tempestivo trattamento termale e per tale ragione venga sconsigli un differimento del trattamento, il dipendente, fruendo del congedo per malattia, potrà recarsi ad effettuare le prescritte terapie presso le Terme indicate. Quest’indirizzo normativo è stato ribadito anche da recenti pronunce della Corte di Cassazione, che ha sottolineato la necessità da parte del medico prescrittore di un motivato giudizio circa l’indifferibilità del trattamento e la “specifica idoneità terapeutica o riabilitativa delle cure prescritte”.
Le prestazioni INAIL I lavoratori infortunati possono usufruire di cure idrofangotermali, a carico dell’Ente, previa sottoposizione a verifica da parte del medico dell’INAIL.
Le prestazioni garantite sono di natura sanitaria ed economica. Queste ultime consistono nel rimborso delle spese di viaggio di andata e ritorno all’invalido e all’eventuale accompagnatore per l’effettuazione delle cure, soggiorno in albergo convenzionato, anche per l’eventuale accompagnatore, indennità per inabilità temporanea assoluta o integrazione della rendita diretta.
La prestazione è a carico del Servizio Sanitario Nazionale e il lavoratore dovrà essere, quindi, tenuto al pagamento del “ticket” nella misura prevista dalla legge. Hanno diritto alla prestazione: lavoratori infortunati o affetti da malattia professionale durante il periodo di inabilità temporanea assoluta; titolari di rendita per i quali non sia scaduto l’ultimo termine di revisione; malati di silicosi o di asbestosi senza limiti di tempo.
Per ottenere la prestazione bisogna presentare la richiesta alla Sede INAIL di appartenenza. Il medico dell’INAIL stabilisce, per le cure, l’opportunità, la tipologia e la durata tenendo conto dell’elenco tassativo del Ministero della Salute circa le patologie che possono trovare reale beneficio dalle cure termali.
Le prestazioni INPS
Hanno diritto alle prestazioni tutti i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’INPS che abbiano maturato i requisiti contributivi richiesti. Le prestazioni, che l’Ente ha la facoltà di concedere hanno la finalità di evitare, ritardare o rimuovere uno stato di invalidità, e sono limitate alle sole cure per le patologie bronco-asmatiche e reumo-artropatiche. Il costo delle cure è a carico del Servizio Sanitario Nazionale; quello del soggiorno è a carico dell’INPS. L’assicurato è tenuto al pagamento del “ticket” nella misura prevista dalla legge. Le spese per il viaggio di andata e ritorno sono a carico dell’assistito. L’avvio alle cure avviene dopo che l’INPS ha accertato l’esistenza dei requisiti contributivi e sanitari.
Altri enti previdenziali La legge di riordino del settore termale (n.323/00) ha previsto, all’art.5, che il regime termale speciale in vigore per gli assicurati dell’INPS si applica, con le medesime modalità, anche agli iscritti ad enti, casse o fondi preposti alla gestione di forme anche sostitutive di assicurazione obbligatoria per l’invalidità, in possesso dei requisiti previsti dall’INPS per l’ammissione al medesimo regime termale speciale.
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- Aida Blanchett
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Fibromialgia: due proteine nella saliva renderebbero piu facile una diagnosi
Dom 21 Nov 2010, 08:15
Fibromialgia: due proteine nella saliva renderebbero piu facile una diagnosi
Non è possibile identificarla né con test di laboratorio, né con radiografie o con biopsie muscolari: questi esami infatti appaiono normali. Per diagnosticare la fibromialgia oggi gli specialisti fanno affidamento sulle regole sviluppate nel 1990 dall’American College of Rheumatology. Una serie di criteri che stabilisce che una persona è malata soltanto se ha una storia di dolore diffuso ed esteso a tutto il corpo da almeno tre mesi e allo stesso tempo manifesta forti dolori in almeno 11 dei 18 punti riconosciuti come tipici della patologia. Una diagnosi difficile, quindi. Tanto difficile da indurre qualcuno a definirla «isteria del XXI secolo» o a dubitare della sua stessa sostanza di malattia. Tuttavia presto potrebbe essere più facile riconoscerla grazie all’identificazione, da parte di un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa, di due marcatori: due sostanze che compaiono in maniera alterata nella saliva delle persone fibromialgiche. Lo studio che ha identificato questa anomalia caratteristica della fibromialgia è stato condotto confrontando la saliva di quindici persone sane e di altrettante malate ed è stato presentato nel corso di Eular 2009, il congresso annuale dell’European League Against Rheumatism tenutosi a Copenhagen.
«Se questi dati venissero confermati con numeri più ampi potremmo disporre di un utile strumento diagnostico», ha spiegato Laura Bazzìchi, prima firmataria della ricerca e specialista all’Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa. «E questo strumento – ha proseguito – avrebbe inoltre il vantaggio di non essere affatto invasivo, in linea con la filosofia della medicina senza dolore».
CONSEGUENZE - Tuttavia, la scoperta del gruppo toscano aggiunge anche una serie di tasselli importanti alla comprensione dell’origine della malattia, che colpisce quattro volte su cinque le donne e si presenta con dolore muscolare, fatica e numerosi sintomi minori, come disturbi del sonno, mal di testa ed emicrania. «Innanzitutto, le proteine identificate sono importanti per il metabolismo cellulare e possono essere messe in relazione allo stress ossidativo», ha spiegato la specialista. Si tratta di quella serie di danni a carico delle cellule provocati dalle sostanze di scarto della loro stessa attività e che in genere vengono riparati. Un’informazione di grande importanza, dal momento che «una delle cause probabili della fibromialgia è proprio una risposta anomala allo stress ossidativo. In sostanza, nelle persone fibromialgiche questo meccanismo di autoriparazione potrebbe essere alterato e la presenza in quantità anomale di queste proteine sottolinea che i pazienti riescono di meno a sopportare i fattori «stressanti» provenienti dall’esterno». Ma c’è un ulteriore aspetto che la scoperta rivela: a lungo si è pensato che la fibromialgia fosse una malattia causata da una eccessiva sensibilità del cervello al dolore: «per la prima volta – ha concluso Bazzìchi – abbiamo elementi che indicano che la patologia è invece causata (o almeno favorita) da un danno organico localizzato alla periferia dell’organismo e non, come si è ha lungo creduto, a una eccessiva sensibilità del cervello»
http://www.abstracts2view.com/eular/view.php?nu=EULAR09L_SAT0460«Se questi dati venissero confermati con numeri più ampi potremmo disporre di un utile strumento diagnostico», ha spiegato Laura Bazzìchi, prima firmataria della ricerca e specialista all’Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa. «E questo strumento – ha proseguito – avrebbe inoltre il vantaggio di non essere affatto invasivo, in linea con la filosofia della medicina senza dolore».
CONSEGUENZE - Tuttavia, la scoperta del gruppo toscano aggiunge anche una serie di tasselli importanti alla comprensione dell’origine della malattia, che colpisce quattro volte su cinque le donne e si presenta con dolore muscolare, fatica e numerosi sintomi minori, come disturbi del sonno, mal di testa ed emicrania. «Innanzitutto, le proteine identificate sono importanti per il metabolismo cellulare e possono essere messe in relazione allo stress ossidativo», ha spiegato la specialista. Si tratta di quella serie di danni a carico delle cellule provocati dalle sostanze di scarto della loro stessa attività e che in genere vengono riparati. Un’informazione di grande importanza, dal momento che «una delle cause probabili della fibromialgia è proprio una risposta anomala allo stress ossidativo. In sostanza, nelle persone fibromialgiche questo meccanismo di autoriparazione potrebbe essere alterato e la presenza in quantità anomale di queste proteine sottolinea che i pazienti riescono di meno a sopportare i fattori «stressanti» provenienti dall’esterno». Ma c’è un ulteriore aspetto che la scoperta rivela: a lungo si è pensato che la fibromialgia fosse una malattia causata da una eccessiva sensibilità del cervello al dolore: «per la prima volta – ha concluso Bazzìchi – abbiamo elementi che indicano che la patologia è invece causata (o almeno favorita) da un danno organico localizzato alla periferia dell’organismo e non, come si è ha lungo creduto, a una eccessiva sensibilità del cervello»
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Re: La sindrome fibromialgica • VULVODINIA.INFO
Ven 03 Dic 2010, 16:56
Evoluzione storica del concetto di fibromialgia: le tappe principali
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Re: La sindrome fibromialgica • VULVODINIA.INFO
Gio 03 Nov 2011, 19:21
Tra le terapie alternative a me su svv2004 hanno consigliato alcuni integratori che aiuterebbero molto come la Quercitina (bioflavoinoidi che hanno lo scopo di migliorare la circolazione sanguigna e quindi a nutrire di più i nervi...) integratori di papaya fermentata contro la stanchezza cronica (come ad esempio Immun Age) e un integratore a base di acido alfa lipoico curcuma e vitamina B per le neuropatie...
Che ne pensate??
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Re: La sindrome fibromialgica • VULVODINIA.INFO
Gio 01 Dic 2011, 01:45
Grazie a Innamorata86 per aver fatto girare questo articolo:
La fibromialgia esiste:
più sangue al cervello
e il dolore si fa sentire
Un disturbo funzionale del cervello che coinvolge le regioni del dolore, dovuto a un anormale flusso di sangue: sarebbe questa la causa della fibromialgia, la sindrome del dolore costante che colpisce principalmente le donne. La scoperta, pubblicata sul Journal of Nuclear Medicine, arriva da un gruppo di ricercatori del Center Hospitalo-Universitaire de la Timone di Marsiglia guidati da Eric Guedj.
Dolori muscolari che si irradiano da uno specifico punto, e che possono riguardare tutto il corpo. La sensazione di male diffuso
è persistente, e può variare secondo le attività svolte durante la
giornata, e può dipendere anche dallo stress o dalle condizioni
atmosferiche. Il dolore è solo uno dei sintomi della fibromialgia, che
porta con sé anche disturbi del sonno, emicrania, sensazione di stanchezza diffusa, colon irritabile, dolori al torace, perdite di memoria, difficoltà di concentrazione e disturbi della sfera affettiva.
Per visualizzare l`anomalia i ricercatori hanno utilizzato la Spect
(tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli). Lo speciale
tipo di scansione rileva le attività cerebrali grazie a una piccola
quantità di un composto radioattivo iniettato in vena che permette al macchinario di rilevare immagini dettagliate
delle zone in cui la sostanza radioattiva viene ripresa dalle cellule,
fornendo informazioni circa il flusso di sangue ai tessuti.
"Abbiamo trovato differenze funzionali del cervello tra i pazienti con
fibromialgia e coloro che non hanno la malattia - spiega Eric Guedj -.
Possiamo affermare che questa anomalia funzionale
riscontrata nelle regioni del cervello coinvolte nel trattamento del
dolore è da correlare esclusivamente con la gravità della malattia e non
con l`ansia o con la depressione, che in passato venivano considerate le principali responsabili della patologia".
di m.c. (25/11/2008)
Fonte: IlSole24ore- Salute 24
La fibromialgia esiste:
più sangue al cervello
e il dolore si fa sentire
Un disturbo funzionale del cervello che coinvolge le regioni del dolore, dovuto a un anormale flusso di sangue: sarebbe questa la causa della fibromialgia, la sindrome del dolore costante che colpisce principalmente le donne. La scoperta, pubblicata sul Journal of Nuclear Medicine, arriva da un gruppo di ricercatori del Center Hospitalo-Universitaire de la Timone di Marsiglia guidati da Eric Guedj.
Dolori muscolari che si irradiano da uno specifico punto, e che possono riguardare tutto il corpo. La sensazione di male diffuso
è persistente, e può variare secondo le attività svolte durante la
giornata, e può dipendere anche dallo stress o dalle condizioni
atmosferiche. Il dolore è solo uno dei sintomi della fibromialgia, che
porta con sé anche disturbi del sonno, emicrania, sensazione di stanchezza diffusa, colon irritabile, dolori al torace, perdite di memoria, difficoltà di concentrazione e disturbi della sfera affettiva.
Per visualizzare l`anomalia i ricercatori hanno utilizzato la Spect
(tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli). Lo speciale
tipo di scansione rileva le attività cerebrali grazie a una piccola
quantità di un composto radioattivo iniettato in vena che permette al macchinario di rilevare immagini dettagliate
delle zone in cui la sostanza radioattiva viene ripresa dalle cellule,
fornendo informazioni circa il flusso di sangue ai tessuti.
"Abbiamo trovato differenze funzionali del cervello tra i pazienti con
fibromialgia e coloro che non hanno la malattia - spiega Eric Guedj -.
Possiamo affermare che questa anomalia funzionale
riscontrata nelle regioni del cervello coinvolte nel trattamento del
dolore è da correlare esclusivamente con la gravità della malattia e non
con l`ansia o con la depressione, che in passato venivano considerate le principali responsabili della patologia".
di m.c. (25/11/2008)
Fonte: IlSole24ore- Salute 24
- Aida Blanchett
Elena Tione Presidente VULVODINIA.INFO ONLUS - Qualifica professionale :
Mind-Body Health Coach per donne con dolore pelvico
Esci dal dolore ed Entra nella Tua Vita (c)!
Scopri come dire addio al tuo dolore pelvico
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Iscritto il : 17.10.10
Anno di nascita : 1977
Provincia di residenza : Roma
Comune : Roma
Storia personale : • LA MIA STORIA e la fondazione di VULVODINIA.INFO e VULVODINIA.INFO ONLUS
Anche quest'anno non dimenticarti delle oltre 4 milioni di italiane che soffrono di vulvodinia!
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• Non sono un medico.
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Compendio Linee Guida canadesi sulla sindrome fibromialgica (FMS)
Gio 12 Gen 2012, 20:38
Qui di seguito posto il link al forum CFS Italia, in cui si può visionare online direttamente il "Compendio Linee Guida canadesi" sulla sindrome fibromialgica. C'è anche la versione in PDF da stampare/inviare via e-mail, e naturalmente da studiare con attenzione (è scorrevole, non preoccupatevi):
http://www.cfsitalia.it/public/CFSForum/index.php?showtopic=4685
Prestate attenzione al copyright del documento come spiegato nel post del forum CFS. Ringrazio ancora l'Admin di CFS Italia (Zac) per la sua gentilezza.
http://www.cfsitalia.it/public/CFSForum/index.php?showtopic=4685
Prestate attenzione al copyright del documento come spiegato nel post del forum CFS. Ringrazio ancora l'Admin di CFS Italia (Zac) per la sua gentilezza.
- Sindrome fibromialgica, vulvodinìa, neuropatie • VULVODINIA.INFO
- Sindrome fibromialgica: proposta di trattamento trans-disciplinare (auricoloterapia) • VULVODINIA.INFO
- Petizione a favore del Riconoscimento della Sindrome Fibromialgica tra le Malattie Invalidanti • VULVODINIA.INFO
- Sindrome del piriforme • VULVODINIA.INFO
- Uretrite/sindrome uretrale • VULVODINIA.INFO
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