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Focus*
[caricato da Aida Blanchett Following Article Source http://www.colposcopia.it/anatomia.htm • last update 05/02/2012]

I genitali interni femminili sono formati dall'utero con le tube di falloppio, le ovaie o gonadi femminili e la vagina. L'utero è sito nella pelvi, in posizione mediana dietro la vescica e davanti al retto. La cervice uterina o portio rappresenta la porzione extrapelvica dell'utero ed è visibile in fondo alla vagina. Essa appare come una formazione rotondeggiante, di consistenza dura che presenta al centro un orifizio detto orifizio uterino esterno. Questo collega la cavità uterina alla cavità vaginale.



Vedi anche Utero, vagina, ovaie in sezione



cervice o collo dell'utero o portio



La Cervice e la Vagina sono rivestite da una mucosa formata da epitelio pavimentoso pluristratificato non corneificato. La cavità uterina è invece rivestita da un epitelio colonnare monostratificato di tipo ghiandolare con lievi differenze fra la cavità vera e propria e il canale cervicale. Il confine fra l'epitelio pavimentoso e ghiandolare viene denominato giunzione squamocolonnare (GSC) e trova la sua collocazione ideale a livello dell'orifizio uterino esterno (OUE), anche se per svariati fattori questo limite è variabile potendosi reperire all'esterno o all'interno del suddetto orifizio. Nel corso della vita, a seguito di stimoli flogistici, microtraumatici, ormonali etc.,si può avere la perdita del rivestimento epiteliale originario (soprattutto ghiandolare), per cui fra i due epiteli, pavimentoso e ghiandolare originari, si interpone un terzo epitelio detto di riparazione o metaplasico che in pratica tende a sostituire le cellule andate distrutte. L'area occupata da questo nuovo epitelio è detta area o zona di trasformazione. E' principalmente in questa area che insorgono le più importanti alterazioni citologiche e il cervicocarcinoma, ed è per questo che il prelievo citologico o pap test viene effettuato dove si trova la GSC . La colposcopia avrà il compito di svelare anomalie morfologiche soprattutto nella area di riepitelizzazione in modo da valutarle ed eventualmente effettuare ulteriori accertamenti e/o terapie mirate.


ZONA DI TRASFORMAZIONE Quando l'epitelio ghiandolare è posto esternamente all'orifizio uterino esterno (OUE), cioè verso la vagina, si ha il quadro della ectopia (genesi congenita) o ectropion (genesi secondaria). L'ectopia e l'ectropion nella comune dizione vengono definite erosioni della portio e questa dizione resiste anche ai giorni nostri. Nella realtà sono delle false erosioni, in quanto l'erosione sottintende una perdita dell'epitelio di rivestimento (l'ulcerazione si verifica quando si ha la perdita non solo dell'epitelio, ma anche del connettivo subepiteliale).


L'ambiente vaginale è ostile alla permanenza di questo tipo di rivestimento, per cui a causa di svariati fattori (pH acido, flogosi e microtraumi) questo epitelio tende ad essere sostituito da un rivestimento simile a quello vaginale (pavimentoso). Esistono varie teorie sulla riparazione della ectopia e delle erosioni cervicali (perdita del rivestimento epiteliale sia ghiandolare che pavimentoso). La più accreditata è quella della metaplasia da cellule subcolonnari (sinonimi: metaplasia squamosa, metaplasia indiretta). Questo processo riparativo prende origine da cellule dette subcolonnari o impropriamente di riserva, che compaiono solo in occasione del processo riparativo e la cui origine non è certa. Queste cellule si pongono sotto l'epitelio colonnare e moltiplicandosi lo sostituiscono. Durante questo processo le cellule subcolonnari si specializzano trasformandosi in un epitelio pavimentoso del tutto simile all'epitelio pavimentoso nativo a quell'epitelio, cioè, che normalmente riveste esocervice e vagina. Il termine metaplasia significa infatti trasformazione e si riferisce alla trasformazione delle cellule subcolonnari in cellule pavimentose. Questo percorso può essere ostacolato da diversi fattori che agendo sul giovane epitelio lo influenzano determinando alterazioni che possono portare o a semplici turbe maturative (epitelio acantosico) o a gravi sovvertimenti citotissutali identificabili con la SIL (lesioni intraepiteliali squamose) spesso precursori di neoplasie invasive. Il risultato del processo riparativo porterà quindi o ad un processo di trasformazione normale (con epitelio normale) o a un processo di trasformazione anormale (con epitelio anormale o atipico). Il Papillomavirus (HPV) gioca un ruolo importante nell'alterazione dei processi riparativi, sovvertendone il regolare andamento e determinando alterazioni epiteliali morfologiche che possono essere osservate con la colposcopia ed alterazioni citotissutali osservabili con la citologia (pap test) e l'esame dei tessuti (istologia).






Un'altra teoria che spiega il processo di riparazione, e che oggi è in disuso, è quella della riparazione ascendente descritta per primo da Hamperl H., Kaufman C. e Ober G. nel 1954 (successivi sinonimi: ricostruzione periferica, metaplasia diretta) che riprendevano le osservazioni di Mayer R. del 1910. Secondo questa teoria il processo riparativo normale deriverebbe dalle cellule dell'epitelio pavimentoso nativo che con andamento centripeto ricoprirebbero l'epitelio ghiandolare o l'area di erosione. Questo processo porterebbe, quasi esclusivamente, alla formazione di un epitelio pavimentoso normale. Sempre secondo questa teoria l'epitelio atipico, e quindi la trasformazione anormale, deriverebbe, invece nella maggior parte dei casi, dalle cellule subcolonnari (metaplasia indiretta). Oggi questa teoria ha solo un valore storico, anche se i meccanismi reali (origine delle cellule subcolonnari?), non sono completamente noti e alcuni quadri colposcopici.



Le teorie suddette servono, comunque, per introdurre il concetto di TRASFORMAZIONE ANORMALE colposcopica. Nelle vecchie classificazioni era appellata con il termine TRASFORMAZIONE ATIPICA. Il termine atipico è stato successivamente sostituito perchè sottintendeva una correlazione con l'atipia citologica, che nella realtà non era una regola. Questo concetto fu ribadito da Coppleson M. in un report del 1981 della IFCCP, in cui si sottolineava che nonostante vi fosse una eccellente correlazione fra colposcopia ed istologia possono esservi delle discrepanze. Queste discrepanze sono rare per le lesioni colposcopiche anormali di alto grado in quanto la specificità della colposcopia è correlata alla complessità della lesione colposcopica. Molte delle discrepanze già accennate nacquero dal fatto che vi erano quadri colposcopici corrispondenti a fini e diffusi mosaici ed epiteli bianchi in giovanissime donne corrispondenti a epitelio acantosico senza alcuna atipia istologica e citologica importante. Questi quadri, non eccessivamente frequenti, furono ricondotti a un ritardo del normale processo metaplasico di trasformazione epiteliale che avviene durante la vita fetale (secondo alcuni autori intorno alla 26a settimana e che porta alla formazione del normale epitelio vaginale) e identificabili nella dizione colposcopica alla TRASFORMAZIONE CONGENITA. Questi quadri colposcopici possono essere causati da sostanze chimiche, farmaci (ad azione DES simile), turbe ormonali, etc, che hanno alterato il corretto sviluppo della mucosa cervicovaginale durante la vita fetale. Queste osservazioni certamente non sminuiscono l'affidabilità all'esame colposcopico. Si tenga peraltro conto che oggi molte lesioni a genesi virale possono apparire inizialmente con lesioni colposcopiche minime, ma è nota la loro potenzialità evolutiva. La colposcopia, affiancata alla citologia e istologia e alle nuove metodiche di identificazione del genoma virale, rappresenta senza alcun dubbio un fantastico mezzo diagnostico di grande utilità ed attualità.


*Articolo interamente tratto da: www.colposcopia.it - Dr. Febronio Vaccaro, ginecologo
Tutti i diritti delle immagini appartengono ai rispettivi proprietari

Nota di Aida Blanchett
La Cervice si chiama anche Portio. Portio è un termine latino, usato nel linguaggio medico per indicare la span style="font-style: italic;">Portio vaginalis
(=porzione vaginale) del Collo dell’Utero, la parte cioè che sporge nella Vagina. Ha la forma di un cono ad apice arrotondato, lungo 8-12 mm, alla cui sommità corrisponde lo sbocco del Canale cervicale.








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